Nel cuore dell'anno santo 2025, nella chiesa della Misericordia, in piazza dell'Obelisco a Tagliacozzo, sarà ospitata la mostra I giubilei nella storia, allestita dall'Archivio storico diocesano dei Marsi. Intento di questa iniziativa e far compiere al visitatore un pellegrinaggio in questi 725 anni di storia, a partire dal 1300 per arrivare ai giorni nostri. Un viaggio corredato di immagini, documenti e reperti che spiegano i vari passaggi della storia dei giubilei. Un'interessante occasione da non perdere!
Saranno accolte nella diocesi dei Marsi le reliquie di san Francesco d'Assisi in una peregrinatiodal 7 al 13 luglio. Le reliquie saranno accolte il 7 e l'8 luglio nel convento di San Francesco a Tagliacozzo, il 9 e 10 luglio nella chiesa di Santa Maria Valleverde a Celano e proseguirà, sempre il 10, nella chiesa del Perpetuo Soccorso di Trasacco. L'11 luglio nella chiesa di San Giovanni ad Avezzano e infine il 12 e 13 luglio nella cattedrale dei Marsi. La regione Abruzzo infatti è stata scelta per offrire l’olio che alimenterà la lampada votiva sulla tomba di san Francesco d'Assisi nel 2025. L'Abruzzo dunque, a ventun anni di distanza dalla sua ultima partecipazione nel 2004, tornerà ad Assisi, il prossimo 4 ottobre, per rinnovare il proprio legame con la figura di san Francesco e i suoi valori di pace, fraternità e rispetto per il creato. Come preparazione spirituale al pellegrinaggio regionale di ottobre, il Comitato organizzatore interdiocesano ha inteso promuovere la peregrinatio di una reliquia di san Francesco d'Assisi nelle sette diocesi della regione Abruzzo. La reliquia è costituita da una parte del cappuccio del saio di san Francesco e da una porzione delle sue ceneri corporee. Il percorso è iniziato il 16 giugno nella diocesi di Lanciano-Ortona e si concluderà il 3 agosto nella diocesi di Sulmona-Valva, offrendo a migliaia di fedeli l’opportunità di venerare la reliquia e di prepararsi spiritualmente al pellegrinaggio di ottobre.
Con gioia la Chiesa dei Marsi annuncia che domenica 6 luglio alle 19:00 nella chiesa parrocchiale di San Giovanni di Avezzano, il vescovo Giovanni Massaro ammetterà tra i candidati agli ordini sacri del diaconato e del presbiterato il seminarista Mattia Paolini. Si tratta di un primo passo verso il sacerdozio, un primo sì in cui la Chiesa riconosce pubblicamente la sua vocazione ed egli si impegna a portare a termine il cammino intrapreso. Tutta la comunità diocesana è invitata a partecipare, accompagnando Mattia sin d'ora con la preghiera.
A Carsoli, nella sala polifunzionale, in occasione degli ottocento anni del Cantico delle creature, l'apertura del festival del creato. La diocesi dei Marsi sta promuovendo l'ampio progetto intitolato «Ottocento voci per la Terra», che si articola in eventi liturgici, culturali, formativi e artistici, con il coinvolgimento di parrocchie, movimenti ecclesiali, istituzioni civili, associazioni ambientaliste, scuole e università. La relazione centrale sul tema «Il Cantico che guarisce. Perdono e riconciliazione», è stata affidata a padre Giancarlo Marinucci. L'introduzione musicale è stata a cura di Armonia corale Piana del Cavaliere.
Le parole del vescovo
Carissimi fratelli e sorelle, ci ritroviamo oggi, con cuore colmo di gratitudine e meraviglia, per dare inizio a questo festival del creato, primo passo di un cammino pensato e promosso per gli ottocento anni del Cantico delle creature, che non è solo un inno di lode al creato: è un atto di guarigione profonda. È la voce di un uomo riconciliato con se stesso, con Dio e con ogni essere vivente. È il canto di chi, attraversata la notte della sofferenza e della divisione, ha ritrovato la pace, ed è diventato strumento di pace. Il cuore pulsante di questo cantico è il perdono. Non a caso, Francesco lo compone nell'ultimo tratto della sua vita, segnato dal dolore fisico, dall'oscurità degli occhi e anche da incomprensioni tra i suoi stessi fratelli. Eppure, da questa fragilità, egli non lascia scaturire amarezza, ma lode; non rancore, ma fraternità universale. Il perdono che Francesco annuncia e vive non è semplice parola: è un fuoco che trasforma. È il segreto con cui egli trasmuta la povertà in ricchezza spirituale, la solitudine in comunione, la morte stessa – «sora nostra morte corporale» – in una sorella da accogliere. In lui, la ferita diventa fonte, e la croce, canto. Celebriamo oggi la solennità del Sacro Cuore di Gesù e mi piace citare ciò che papa Francesco scrive nella sua ultima enciclica Dilexit nos. Un'enciclica che può essere definita come il testamento spirituale di papa Francesco. Al n. 188 scrive: «Non si deve pensare che riconoscere il proprio peccato davanti agli altri sia qualcosa di degradante o dannoso per la nostra dignità umana. Al contrario, è smettere di mentire a sé stessi, è riconoscere la propria storia così com'è segnata dal peccato, soprattutto quando abbiamo fatto del male ai nostri fratelli: accusare sé stessi fa parte della saggezza cristiana… Questo piace al Signore, perché il Signore accoglie il cuore contrito». E al n. 189 continua: «Chiedere perdono ai fratelli rappresenta una grande nobiltà in mezzo alla nostra fragilità. Chiedere perdono è un modo di guarire le relazioni perché riapre il dialogo e manifesta la volontà di ristabilire il legame nella carità fraterna. Tocca il cuore del fratello, lo consola e suscita in lui l'accoglienza del perdono richiesto». Oggi iniziamo questo percorso insieme, affidandolo alla guida di san Francesco, uomo del dialogo, della fraternità e della pace le cui parole continuano, dopo otto secoli, a parlare al cuore dell'uomo di oggi, assetato di senso, di pace e di unità. Invochiamo dunque la benedizione del Signore, perché questo festival sia davvero un tempo di luce e di rinascita, un tempo in cui ognuno di noi possa lasciarsi toccare, come Francesco, dalla grazia del perdono e della riconciliazione, per ritrovare in sé il canto sopito, e tornare a lodare il Creatore insieme ad ogni creatura. Laudato si', mi' Signore, per tutti quelli che perdonano per lo tuo amore.