La Chiesa diocesana si riunirà per pregare e riflettere sulla centralità del lavoro per la persona e la società. L’appuntamento è per martedì 19 marzo nella parrocchia di San Giuseppe Artigiano in Caruscino, dove il vescovo Pietro presiederà la celebrazione eucaristica alle ore 18:00.
L'iniziativa è promossa dall'ufficio diocesano di pastorale sociale e del lavoro, che ha esteso l'invito alla celebrazione alle realtà locali del mondo del lavoro.


Nasce il Movimento dei Lavoratori di Azione Cattolica

Domenica 10 marzo alle 10:00, nel seminario di Avezzano, l'invito dell'Azione Cattolica diocesana, settore adulti, al convegno per la nascita in diocesi del MLAC, il Movimento Lavoratori di Azione Cattolica.
Interverranno Donatella Masci, presidente diocesano di AC; Graziella Giardino, incaricata regionale MLAC; Tommaso Marino, segretario nazionale MLAC; il vescovo Pietro Santoro.
Il MLAC è l’Azione Cattolica dei lavoratori: l'espressione missionaria dell'AC nel mondo del lavoro. Partendo dagli ambienti di vita professionali e lavorando all'interno della società civile, l'obiettivo del MLAC è di stare con le persone e tra le persone, per promuovere l'incontro con Cristo nel lavoro.


A condurci nella riflessione sul quarto capitolo dell’Evangelii gaudium è stata una voce al femminile: suor Veronica Amato Donatello, docente presso la Pontificia Università Salesiana e Urbaniana, responsabile del settore per la catechesi delle persone disabili dell’Ufficio Catechistico Nazionale della CEI. Una suora francescana alcantarina, originaria di Pescara, nonché cavaliere al merito della Repubblica italiana per il suo impegni in le persone disabili.
Come sempre alle ore 9:30 esposizione eucaristica e ora media, e conclusione con un momento di agape. La grande sfida che suor Veronica ha evidenziato è la necessità della conversione pastorale per tornare alla centralità del vangelo, riaccendendo la spinta e la passione con la quale ciascun laico o consacrato è stato toccato dal Signore.
Anche i poveri (non solo dal punto di vista economico) diventano maestri perché con le loro sofferenze conoscono il Cristo sofferente, secondo il criterio dell'inclusione pastorale, mettendo in atto un processo trasformativo affinché le nostre comunità parrocchiali divengano generative di nuove vocazioni ad una vita conforme al vangelo.


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