Omelia di S.E. Mons. Giovanni Massaro
dalla chiesa dei Santi Cosma e Damiano in Tagliacozzo
per la festa del Volto Santo

Egregio signor sindaco, avv. Giovagnorio, autorità civili e militari, e amato popolo di Dio, oggi e domani la città di Tagliacozzo si raccoglie con fede e commozione intorno a un'immagine che da secoli custodisce nel cuore: il Volto Santo di Gesù, che secondo la tradizione è lo stesso volto impresso miracolosamente sul velo della Veronica. Questo volto, segnato dalla passione, è oggi per noi luce e speranza, icona di amore che non si ritrae dal dolore, ma lo trasfigura. Non è il volto di chi è stato sconfitto bensì il volto di chi ha accettato di soffrire per esprimere tutto il suo amore verso ciascuno di noi.
Nel vangelo che abbiamo ascoltato, tratto dal capitolo 20 di Giovanni, Gesù appare ai discepoli nel cenacolo chiuso per paura, e la prima parola che pronuncia è: «Pace a voi!». Ed è significativo che Giovanni sottolinei: «Mostrò loro le mani e il fianco». Mostra cioè i segni della passione, le ferite dell'amore. Il Cristo risorto non è un altro rispetto al Cristo crocifisso. La risurrezione non ha cancellato le ferite, non ha chiuso i fori dei chiodi. È in quel momento che i discepoli riconoscono il Signore. Il volto di Gesù che oggi veneriamo è proprio quel volto: non un viso idealizzato o trasfigurato dalla gloria terrena, ma un volto umano, segnato dalla sofferenza, testimone dell'amore che ha attraversato il buio della croce. È il volto della misericordia, il volto che Tommaso riconosce non solo vedendo, ma toccando con mano l'amore di Dio.
Il libro degli Atti degli Apostoli ci ha raccontato dei prodigi che avvenivano tra il popolo: «Anche la sola ombra di Pietro guariva». Quei miracoli non erano illusioni: erano segni della presenza viva di Cristo nella sua Chiesa. Così anche oggi, guardando il Volto Santo, tanti trovano guarigione interiore, consolazione, forza per andare avanti. È un volto che parla al cuore, che dona speranza, che consola chi è affaticato.
Non si tratta di semplice devozione: è esperienza viva, comunitaria, della presenza di Cristo che ancora oggi cammina con noi, nelle nostre strade, nei nostri dolori, nelle nostre case.
Questa festa ha anche un significato civile profondo. Il Volto Santo non è solo oggetto di venerazione religiosa, ma è anche simbolo di identità cittadina. Unisce la comunità ecclesiale e quella civile in un cammino condiviso, fatto di rispetto, collaborazione, servizio al bene comune.
Tagliacozzo oggi non celebra solo una tradizione: celebra un legame. Il legame tra la fede e la storia, tra il popolo e il suo territorio, tra il volto di Cristo e i volti di ciascuno. In un tempo segnato spesso dalla frammentazione e dalla solitudine, questa festa è segno di una comunità che si ritrova, che si riconosce, che vuole camminare insieme.
Nel brano dell'Apocalisse, Giovanni, esiliato a Patmos, riceve una visione del Cristo risorto e glorioso. Eppure, davanti a quella manifestazione di potenza, cade come morto. E Gesù gli dice: «Non temere». Queste parole, che ci riportano ancora una volta al Volto Santo, ci fanno comprendere che Dio non ci vuole terrorizzati, ma fiduciosi. Non ci vuole schiacciati, ma liberati.
Il Volto Santo è allora il volto amico, che ci dice: «Non temere, io sono con te». Ecco il messaggio più profondo di questa festa: siamo un popolo custodito da un Dio che ci guarda con amore.
Carissimi, mentre oggi veneriamo il Volto Santo, siamo chiamati anche a riflettere quel volto. Ogni cristiano è chiamato a diventare volto di Cristo per gli altri: volto accogliente, volto misericordioso, volto che ascolta e che perdona. Anche come comunità civile, siamo chiamati a rendere visibile quel volto attraverso gesti concreti di solidarietà, di rispetto dell'altro, di promozione della dignità umana.
E allora, che questa festa rinnovi in tutti noi il desiderio di essere una città dal volto umano. Ecco la tua vocazione, mia cara Tagliacozzo: essere sempre più una città dal volto umano capace di accogliere tutti e di caratterizzarsi per la propria umanità, una città che non si perde in chiacchiere inutili perché si lascia ispirare dal Volto Santo, segno dell'amore che salva.
Ma questa festa chiede nel contempo alla Chiesa locale di essere una Chiesa dal volto fraterno, capace di riconoscere nel volto di ogni fratello, soprattutto se povero e sofferente, il volto di Cristo.
Ma oggi, mentre celebriamo questa festa così sentita per la nostra città, desideriamo unirci con commozione alla Chiesa universale che questa mattina ha salutato papa Francesco, il vescovo di Roma, pastore umile e profeta della misericordia. Il suo volto segnato dalla dolcezza del vangelo ha reso visibile a tanti il volto buono di Dio.
Tra le tante parole che ci ha donato, oggi vogliamo ricordarne una, che risuona come un testamento spirituale in questa giornata di luce e di dolore: «Il volto di Dio è quello di un Padre misericordioso, che sempre ha pazienza e ci ama. Non si stanca di perdonarci se torniamo a lui con il cuore contrito» (papa Francesco).
Che il Signore accolga il suo servo fedele nel regno dei giusti e che il Volto Santo, che oggi veneriamo, continui a illuminare il cammino della nostra comunità.
Amen.