Quella tenerezza di uno sguardo

«Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore» (Lc 2,10-11). È questo l’annuncio tanto atteso che illumina le tenebre del nostro cuore ridando speranza alla vita di ciascuno di noi. «Non temete» dice l’angelo ai pastori intimoriti e lo ripete anche a ciascuno di noi presi dalle nostre paure e dalle nostre preoccupazioni. Dio ci ama e nelle notti buie della vita ci dice: «Non temete». Coraggio, non smarrire la fiducia, non perdere la speranza, non pensare che rialzarsi e ricominciare sia inutile. Perché non dobbiamo temere? Perché l’amore vince il timore e una nuova speranza appare. «Oggi nella città di Davide è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore». Innanzitutto oggi. Il Natale non è un evento del passato. È evento che si ripete. Oggi Dio viene in mezzo a noi. Non c’è posto per la tristezza. Così scrive san Leone Magno: «Il nostro Salvatore è nato oggi: rallegriamoci. Non c’è posto per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita. La vita che distrugge il timore della morte e ci mette dentro la gioia e la speranza dell’eternità. Nessuno è escluso dal partecipare a questa gioia». Dove nasce Gesù? Nella città di Davide, cioè a Betlemme, in un piccolo borgo. Non nasce in una metropoli. Dio nasce in un paese insignificante per molti ma importante per lui. È la Marsica, con i suoi piccoli borghi, la Betlemme di oggi, perché Dio sceglie ciò che agli occhi di tutti può sembrare piccolo e insignificante. Dio sceglie di nascere nel cuore di chi è umile e si sente piccolo.
Non è infatti casuale che il grande annuncio venga rivolto ai pastori, ritenuti inaffidabili e imperfetti. Natale ci ricorda che Dio continua ad amare ogni uomo, anche il peggiore. A me, a te, a ciascuno di noi dice: «Ti amo e ti amerò sempre, sei prezioso ai miei occhi». Dio non ci ama perché siamo perfetti e ci comportiamo bene; ci ama e basta. Il suo amore è incondizionato. Possiamo combinarne di tutti i colori ma il Signore non rinuncia a volerci bene. Cosa fare allora, fratelli e sorelle, per vivere davvero il santo Natale? Posiamo lo sguardo sul Bambino Gesù e lasciamoci avvolgere dalla sua tenerezza. Il Natale senza Gesù è una scatola vuota: è sì una festa fatta di luci, regali, musica, buoni banchetti, ma se fosse solo tutto questo, sarebbe insignificante e la gioia durerebbe solo qualche giorno. Accogliamo il dono che è Gesù per divenire anche noi dono per gli altri e dare felicità alla nostra vita.
Ricorre in questi giorni il decimo anniversario della morte del sacerdote marsicano, don Antonio Sciarra, fidei donum in Albania. Recatomi qualche mese fa in Albania, una sorridente ragazza albanese, impegnata come volontaria nelle diverse opere sociali create dallo stesso don Antonio, mi ha detto: «Don Antonio mi ha insegnato che solo una vita donata è una vita felice». Diventare dono è dare senso alla vita ed è il modo migliore per cambiare questo mondo segnato purtroppo ancora dalla violenza, dall’egoismo e dalla guerra.
La Vergine Maria ci ottenga di vivere tutti i giorni della nostra vita ponendo al centro non il nostro io ma il tu di Gesù e di chi ci vive accanto, soprattutto se bisognoso. Proviamo a uscire dal nostro egoismo. Solo se nella nostra vita faremo spazio all’amore sarà davvero Natale. E lo sarà per sempre!
Tanti auguri, miei cari!

Vostro,
Giovanni Massaro